In Lombardia le istituzioni viaggiano su un binario morto, negano l’evidenza dei dati ARPA che sottolineano come nei giorni passati i livelli di inquinamento dell’aria hanno raggiunto un valore 24 volte più alto dei livelli raccomandati dall’OMS su base annuale. Al posto di agire prontamente per evitare questo genere di situazioni, adottano una politica costituita dall’attesa che, dopo giorni di sofferenza, i fenomeni meteorologici facciano il miracolo.
Nella regione finora non è stata prevista alcuna limitazione per le attività che maggiormente contribuiscono all’aumento del particolato sottile, tra cui lo spandimento dei liquami zootecnici in tutti i campi lombardi.
Siamo ad un punto tale che le procedure emergenziali, atte a prevenire questi eventi, si attivano solamente una volta che si conclude un’emergenza conclamata e prevedibile. Il protocollo regionale, infatti, prevede che le misure di prevenzione e limitazione si attivino dopo almeno cinque giorni di superamento, con relativo accumulo degli inquinanti.
A livello milanese la situazione non migliora. In una intervista nella quale si chiedeva un commento sulla recente classifica che ritraeva Milano come la seconda città più inquinata al mondo toccando il picco di una crisi di inquinamento di cui i livelli non sono mai stati eguagliati dal gennaio 2017, il sindaco Sala si è detto “seccato” di rispondere alle domande dei giornalisti su una questione importante come questa. A conti fatti, al Comune di Milano non hanno ritenuto di fare qualcosa di diverso che attendere le direttive regionali. Cioè, nulla, aldilà delle pur necessarie politiche di lungo periodo, che, se non sono sufficienti in condizioni ordinarie, sono inutili a fronteggiare un’emergenza sanitaria.
Legambiente ricorda che nel 2023, stando all’ultimo report di Mal’aria di città, 18 città su 98 hanno superato i limiti di PM10. 16 di queste si trovano nel bacino padano e 6 in Lombardia. I dati per l’inizio del 2024 rilevati da Arpa e elaborati da Legambiente Lombardia, fanno temere un 2024 peggiore per le città lombarde.