𝗥𝗜𝗡𝗖𝗔𝗥𝗜 𝗘𝗟𝗘𝗧𝗧𝗥𝗜𝗖𝗜𝗧𝗔̀ 𝗘 𝗚𝗔𝗦: 𝗜𝗟 𝗥𝗜𝗔𝗟𝗭𝗢 𝗗𝗘𝗜 𝗣𝗥𝗘𝗭𝗭𝗜 𝗙𝗥𝗨𝗧𝗧𝗢 𝗗𝗘𝗟𝗟𝗔 𝗗𝗜𝗣𝗘𝗡𝗗𝗘𝗡𝗭𝗔 𝗗𝗔𝗟 𝗚𝗔𝗦, 𝗟𝗘 𝗙𝗢𝗡𝗧𝗜 𝗥𝗜𝗡𝗡𝗢𝗩𝗔𝗕𝗜𝗟𝗜 𝗔𝗚𝗜𝗦𝗖𝗢𝗡𝗢 𝗗𝗔 𝗖𝗔𝗟𝗠𝗜𝗘𝗥𝗔𝗡𝗧𝗘. 𝗜𝗟 𝗠𝗜𝗡𝗜𝗦𝗧𝗥𝗢 𝗖𝗜𝗡𝗚𝗢𝗟𝗔𝗡𝗜 𝗟𝗔𝗩𝗢𝗥𝗜 𝗣𝗘𝗥 𝗔𝗖𝗖𝗘𝗟𝗘𝗥𝗔𝗥𝗘 𝗟𝗔 𝗧𝗥𝗔𝗡𝗦𝗜𝗭𝗜𝗢𝗡𝗘 𝗘𝗖𝗢𝗟𝗢𝗚𝗜𝗖𝗔 𝗜𝗡𝗩𝗘𝗖𝗘 𝗗𝗜 𝗖𝗥𝗜𝗧𝗜𝗖𝗔𝗥𝗟𝗔
Siamo alle solite: di fronte a un problema, si cerca di accusare i soldi spesi per una giusta causa (in questo caso il prezzo della CO2, in passato gli incentivi alle rinnovabili) per alzare una cortina fumogena. Questo impedisce di comprendere e ovviare alle dinamiche speculative internazionali sui prezzi e sull’approvvigionamento del gas. Ma soprattutto mette in ombra 𝗹’𝗶𝗻𝗱𝘂𝗯𝗯𝗶𝗼 𝗿𝘂𝗼𝗹𝗼 𝗰𝗮𝗹𝗺𝗶𝗲𝗿𝗮𝗻𝘁𝗲 𝗰𝗵𝗲 𝗹𝗲 𝗿𝗶𝗻𝗻𝗼𝘃𝗮𝗯𝗶𝗹𝗶 𝘀𝘁𝗮𝗻𝗻𝗼 𝗮𝘃𝗲𝗻𝗱𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝗹𝗮 𝗯𝗼𝗹𝗹𝗲𝘁𝘁𝗮 𝗲𝗹𝗲𝘁𝘁𝗿𝗶𝗰𝗮, 𝘃𝗶𝘀𝘁𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝗰𝗶 𝗰𝗼𝗻𝘀𝗲𝗻𝘁𝗼𝗻𝗼 𝗱𝗶 𝗹𝗶𝗺𝗶𝘁𝗮𝗿𝗲 𝗹𝗲 𝗶𝗺𝗽𝗼𝗿𝘁𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗱𝗶 𝗴𝗮𝘀.
Questo dovrebbe quindi indurci ad accelerare sulla transizione energetica e, nel settore elettrico, favorire il passaggio diretto alle rinnovabili, una volta chiuse le centrali a carbone, e spingere l’energia più conveniente in assoluto, quella non consumata con le misure di efficienza e risparmio energetico. Visto che oltretutto l’alto prezzo del gas le rende molto convenienti. E invece è proprio il ministro della Transizione Ecologica, da Genova, a farne un ennesimo motivo per evidenziare le difficoltà della transizione e non i vantaggi. Al contrario, è lo stesso vicepresidente della Commissione UE, Frans Timmermans, a dichiarare che solo un quinto dell’attuale aumento dei prezzi può essere attribuito alla crescita del prezzo della CO2 e che il resto dipende dalle carenze del mercato. “Se avessimo fatto il Green Deal 5 anni fa non saremmo in questa situazione perché saremmo meno dipendenti dalle fonti fossili e dal gas naturale”, dice Timmermans.
Non risulta inoltre chiaro il peso sulla bolletta del gas di altre voci, per esempio il mancato o parziale utilizzo delle infrastrutture del gas. Inoltre, il prezzo della CO2 ha soprattutto messo fuori mercato il carbone, non agito direttamente sul prezzo internazionale del gas.
Viene il sospetto che si voglia creare il caso per giustificare una compensazione che rischia di essere un ulteriore sussidio ai combustibili fossili, oltre che una misura d’emergenza che non risolve i problemi strutturali.
𝗪𝗪𝗙, 𝗚𝗿𝗲𝗲𝗻𝗽𝗲𝗮𝗰𝗲 𝗲 𝗟𝗲𝗴𝗮𝗺𝗯𝗶𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗶𝗻𝘃𝗶𝘁𝗮𝗻𝗼 𝗶𝗹 𝗺𝗶𝗻𝗶𝘀𝘁𝗿𝗼 𝗖𝗶𝗻𝗴𝗼𝗹𝗮𝗻𝗶 𝗮 𝗺𝗶𝘀𝘂𝗿𝗮𝗿𝗲 𝗹𝗲 𝗽𝗮𝗿𝗼𝗹𝗲, 𝗮 𝗲𝘀𝗽𝗼𝗿𝗿𝗲 𝗶 𝗳𝗮𝘁𝘁𝗶 𝗶𝗻 𝗺𝗼𝗱𝗼 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗹𝗲𝘁𝗼 𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝗽𝗲𝗿 𝗯𝗮𝘁𝘁𝘂𝘁𝗲 𝗲 𝘀𝗼𝗽𝗿𝗮𝘁𝘁𝘂𝘁𝘁𝗼 𝗮 𝘀𝘃𝗼𝗹𝗴𝗲𝗿𝗲 𝗶𝗹 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗶𝘁𝗼 𝗰𝘂𝗶 𝗲̀ 𝘀𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗰𝗵𝗶𝗮𝗺𝗮𝘁𝗼, 𝗰𝗶𝗼𝗲̀ 𝗮𝘁𝘁𝘂𝗮𝗿𝗲 𝗹𝗮 𝗧𝗿𝗮𝗻𝘀𝗶𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗘𝗰𝗼𝗹𝗼𝗴𝗶𝗰𝗮. Questo stillicidio di dichiarazioni che nulla hanno a che fare con il PNRR e la transizione ecologica impedisce di affrontare la Transizione in modo sistemico, di prevedere i problemi e di affrontarli in modo da non costituire un ostacolo, ma invece accelerando il passaggio alle fonti rinnovabili e quindi limitando la dipendenza dalle fluttuazioni del prezzo dei carburanti, oltretutto dannosi per il clima.
𝗥𝗼𝗺𝗮, 𝟭𝟰 𝘀𝗲𝘁𝘁𝗲𝗺𝗯𝗿𝗲 𝟮𝟬𝟮𝟭
𝗖𝗼𝗺𝘂𝗻𝗶𝗰𝗮𝘁𝗼 𝘀𝘁𝗮𝗺𝗽𝗮 𝗰𝗼𝗻𝗴𝗶𝘂𝗻𝘁𝗼 𝗚𝗿𝗲𝗲𝗻𝗽𝗲𝗮𝗰𝗲, 𝗟𝗲𝗴𝗮𝗺𝗯𝗶𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗲 𝗪𝗪𝗙