Milano Cortina 2026, Legambiente: “Superare la logica delle grandi opere in emergenza”

“La logica delle grandi opere in emergenza, che in Italia abbiamo visto tante volte, va superata. Per questo chiediamo di rivedere questi progetti con un’attenta valutazione che dia priorità all’utilizzo di impianti esistenti, riducendo i costi economici e ambientali, tanto più in un momento di crisi e di grande incertezza, come quello che stiamo vivendo. Il rilancio della montagna non passa dalla costruzione di nuove cattedrali nel deserto” Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente

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Stop alla pista da bob a Cortina e alla copertura dell’ice rink di Piné. Aumentano le preoccupazioni sull’effettiva sostenibilità economica e ambientale delle prossimi Olimpiadi Invernali di Milano Cortina 2026. Almeno due delle quattordici sedi di gara sollevano grossi dubbi.0

A Cortina la storica pista da bob, che ospitò le gare iridate del 1956, abbandonata dal 2008, è totalmente inadeguata agli attuali standard del bob, slittino e skeleton. Quella che viene definita una “ristrutturazione” è in realtà un rifacimento vero e proprio, con aumento del consumo di suolo in un’area già fortemente antropizzata. Il costo stimato, a dossier, era di circa 50 milioni di Euro con finanziamento pubblico, già saliti a 63 secondo le stime del Cio (Comitato Internazionale Olimpico). Mentre a Baselga di Piné, gli investimenti per la copertura e il rifacimento degli impianti di produzione del ghiaccio per la pista di pattinaggio erano stimati a circa 52 milioni, ma si parla già di 70 milioni. L’alternativa è ospitare le gare di pattinaggio nell’Oval Lingotto di Torino, inutilizzato dopo le Olimpiadi di Torino 2006.